La giornata di ieri è stata stranissima, la serata peggio.
Al pomeriggio ho deciso di fregarmene. Niente sondaggi, exit poll e fesserie del genere, tanto ogni volta sbagliano. Ho deliberatamente deciso di ignorare la bagarre delle prime ore e ho pure dormito un’ora prima di cena. Ho cenato, a tv spenta, poi ho scritto qualche email. Controllando le prime notizie su internet ho iniziato distrattamente a seguire il testa a testa. Panico… Arriva, attesa, la chiamata di un amico, è solo a casa perché la moglie è all’estero. “Ti va di passare? Proprio non ce la faccio a seguire i risultati da solo”. Prendo la macchina, arrivo a casa sua e inizia l’agonia.
A quanto pare, dopo l’iniziale trionfalismo la sinistra si è ridimensionata: l’egemone mediatico è come i serpenti, bisogna schiacciargli la testa per metterlo fuori combattimento, ed è pronto a mordere appena giri la testa. La legge elettorale (la “porcata” di Calderoli, ipse dixit) ha funzionato, e la Cdl rimonta. Di più, le aspirazioni dei gregari postfascisti e postciellini, che già affilavano i coltelli alle sue spalle per scaricarlo, escono fortemente disattese: è sempre lui a dirigere il gioco, Fini e Casini devono starsene zitti e muti, come hanno fatto in cinque anni di scellerato governo, in cui, strepiti e urlettini di facciata a parte, gliele hanno fatte passare tutte.
La cosa che più stupisce, come dice Sartori, è il fatto che le sue tv sono realmente potenti: il tonfo dei forzisti, tanto atteso, non c’è stato.
Alla Camera e al Senato i due schieramenti si fronteggiano testa a testa, lo scontro porta in testa ora l’uno, ora l’altro… io e il mio amico passiamo la serata passando da un canale all’altro, intenti a fissare il diagramma a torta del Viminale, quasi perfettamente spaccato a metà tra il giallo berlusconiano e il funebre viola prodiano, tifando per il colore viola. Lattine di birra in mano costituiscono il nostro irrinuciabile sostegno morale. I risultati sono in ultraritardo, e la cosa un po’ puzza.
Siamo all’alienazione, si finisce per scambiare l’effetto per la causa. Dai, linea, spostati di qualche decimo di grado più in là e siamo a posto… un po’ come in Comma 22 di Joseph Heller, dove Yossarian e i commilitoni trascorrono il tempo a fissare la linea del fronte sulla cartina geografica del comando, sperando che si sposti da sola fino a conquistare Bologna, finché Yossarian non la sposta manualmente, convincendo tutti, generali inclusi, che la città è stata presa.
Ore e ore a guardare le torte del Senato e della Camera, la prima sempre più destrorsa, la seconda sempre meno di sinistra, ma per ora tiene botta. Cercando di scorgere il decimo di grado della linea di divisione, in più o in meno, che può fare la differenza. Sembra che sia un po' a destra... o è un po' più a sinistra?
È alla Camera che si gioca il tutto col premio di maggioranza, Pannella da Mentana accusa il Governo di avere fatto una legge elettorale a proprio uso e consumo e Scajola se la ride sotto i baffi, Fede gongola, il senso di rabbia e impotenza è ben palpabile, lo scippo elettorale gli sta riuscendo alla perfezione.
La cosa che brucia di più è che, a fronte dell’insoddisfazione generale nei confronti di questo governo, la gente continua a votarlo.
È pazzesco, la sensazione è che non ce ne libereremo mai, che l’Italia sia un paese di fessi che vogliono essere presi in giro.
La sinistra dovrebbe imparare questa inconfutabile realtà e cominciare a vendere le pentole in tv come fa da sempre l’egemone: la gente si compra tutta la batteria, anche se sa che è una fregatura e che non c’è diritto di recesso per il teleacquisto.
Me ne torno a casa alle 2.30, senza sapere il risultato definitivo, sfinito, dopo ore trascorse a guardare i diagrammi del Viminale e a sussultare ogni volta che lo schermo faceva un refresh: sono cambiate le percentuali, hanno chiuso altre sezioni? No… sì… Siamo giunti anche a gioire per lo 0,108% di vantaggio dell’Unione alla Camera, a fare calcoletti all’una di notte su un foglio di carta per scoprire che mancano ancora pochi voti, ma che saranno comunque decisivi per il risultato finale.
All’alba mi sveglio per vedere il risultato… la Camera è dell’Unione (benissimo, c’è il premio di maggioranza) e il Senato della Cdl, il Paese è come le torte del Viminale, spaccato a metà. Il futuro è quanto mai incerto. Bonaiuti fa già sapere che FI contesterà i verbali, era ovvio che sarebbe successo. Figurarsi se riescono a resistere alla tentazione di delegittimare la vittoria – comunque di Pirro – avversaria. Si preparano tempi duri, probabilmente ci saranno nuove elezioni, a spese nostre e dello Stato, che ha bisogno di interventi radicali in tempi rapidi. L'operazione delle destre, tesa a rendere ingovernabile il Paese con la nuova legge elettorale, è riuscita. Si tratta di una ultima prova dell'irresponsabilità e incoscienza delle destre, che rischiamo di scontare noi sulla nostra pelle.
Chi sperava di guarire dall’ulcera coltivata negli ultimi cinque anni si deve ricredere, le torte che ci ha preparato la maggioranza sono pesanti da digerire.
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