generated by sloganizer.net

Ultimi ascolti...

mauro paternò?!

31 ottobre 2006

Life in outer space

Ultimamente proprio non ho avuto tempo per dedicarmi al blog, nemmeno per aggiornarlo con qualche notizia fugace... almeno avrei potuto raccontare la mia partecipazione alla Strapadova Viva (in pattini, of course!) in barba al veto opposto dai vertici della Polizia Municipale alla partecipazione dei rotellisti... eventi che hanno fruttato a me e agli amici skaters la pubblicazione di una foto (addirittura!) su un quotidiano locale – di quelli scrausi gratuiti, però.
Ma non è soltanto colpa della mia proverbiale pigrizia. Un’assenza tanto prolungata dalla mia discarica personale non potrebbe avere solo questa causa, ma non va nemmeno ricercata in motivazioni profonde, come ad esempio crisi di identità, sentimentali... nulla di tutto ciò.
O meglio, potrebbe essere sì una crisi personale, visto che l’unica causa della mia inattività è l’avere intrapreso la ricerca di un’abitazione da acquistare. Un buco nero all’interno del quale la mia vita è stata quasi interamente risucchiata da più di un mese. E non vedo spiragli all’orizzonte.
Non avevo mai passato un periodo peggiore nella mia esistenza: trascorro il mio tempo fuori dal lavoro telefonando a persone senza scrupoli per fissare appuntamenti in ogni mio momento libero allo scopo di visitare immobili – naturalmente sto cercando casa in un comune diverso da quello di attuale residenza e ben distante da questo, con tutti i problemi logistici conseguenti, in primis perdere un sacco di tempo in macchina per i necessari spostamenti. Buona parte dei mediatori immobiliari che ho incontrato, poi, erano tra le persone più spregevoli, forse anche peggio di alcuni venditori di automobili disonesti. Come questi ultimi, insistono nel presentare appartamenti improponibili (per le dimensioni lillipuziane, per la pessima organizzazione degli ambienti, per la loro esposizione, per i quartieri depressi/malfamati in cui sono situati) come delle regge principesche, negando l’evidenza come e quasi meglio degli avvocati. Ho incontrato avvoltoi della peggiore specie, che di fronte ad un cubicolo ricavato in una vecchia torre campanaria che cade a pezzi sarebbero capaci di dire che non è un buco piccolo, squallido e invivibile, ma che ci troviamo di fronte ad un “accogliente attico con vista panoramica in signorile contesto, spese condominiali zero, in posizione invidiabile”.
Ne ho viste di tutti i colori, specialmente nel campo degli immobili di nuova costruzione. A parte che nei primi tempi cercavo a Mestre (Mestre! Cavolo, ma dovevo essermi rimbecillito!), cosa che meriterebbe un post a parte sulla situazione immobiliare e urbanistica di quel comune, quasi un caso a sé in Italia.
Ma facendo un discorso che prescinde da Mestre (magari ci tornerò in un secondo momento) gli immobili di nuova costruzione sono orripilanti, specialmente nella tendenza a ricavare spazio in tutti i modi, principalmente eliminando gli ambienti utili: sembra che il bagno sia diventato la stanza più importante della casa, in esso c’è sempre la massima cura per i dettagli e gli accessori. I sanitari, in particolare, ormai non poggiano più a terra ma sembrano levitare, sospesi nell’aere, in attesa di ricevere le nostre nobilissime deiezioni. Non manca mai pure la vasca per l’idromassaggio, come se l’essere umano medio trascorresse metà della propria esistenza chiuso in bagno.
Come non menzionare la piaga delle nuove costruzioni, il famigerato angolo cottura? Mentre il gabinetto, ormai, nelle menti dei progettisti (mi rifiuto di credere che siano architetti, però) riveste il ruolo di ambiente principale della casa (anche se non per lo spazio, dato che le sue dimensioni spesso sono minime), la cucina è relegata al gradino più basso delle dotazioni di un’abitazione. Perché realizzare una cucina abitabile, come nelle case in cui siamo cresciuti tutti, dato che al giorno d’oggi non si cucina più? Molto meglio fare un angolo cottura in salotto: lo spazio da dedicare in fase di progettazione alla cucina è risparmiato, basta piastrellare un angolo del soggiorno, fare gli attacchi dell’acqua e il gioco è fatto. E per te, o disgraziato che avrai la sfortuna di andarci a vivere, è ugualmente comodissimo: puoi controllare lo scongelamento del precotto nel forno a microonde mentre guardi la TV, comodamente sprofondato sul divano del salotto, a 2 metri di distanza dal microonde, il massimo della sciccheria. Magari, con un adeguato sistema di argani e paranchi, si può cucinare senza nemmeno alzarsi dal divano. Basta con questo inutile spreco di spazio rappresentato dalla cucina abitabile di una volta... Vuoi mettere, poi, la soddisfazione di farti un risotto e di continuare a godere dell’aroma persistente del soffritto in salotto, sul divano e sulle tende, per giorni e giorni? Questi piccoli piaceri della vita contemporanea non hanno prezzo. Carne e pesce alla griglia è meglio scordarseli, specie in inverno, stagione nella quale le finestre è meglio tenerle aperte il minor tempo possibile per non disperdere calore. E poi, via, si economizzano le energie con la cucina in soggiorno. Mettiamo che di sera, sonnecchiando davanti alla televisione, ci si svegli di botto con il dubbio amletico: “avrò chiuso il gas?”. Nelle case di nuova costruzione non ci si dovrà più alzare, mezzi intontiti dal sonno, per percorrere a piedi (follia!) quei dieci metri che ci separavano dalla cucina... no, basterà voltare la testa a destra (o a sinistra, dipende da dove sistemerete il divano) per vedere se il gas è aperto o chiuso. E poi riprendere a dormire, rassicurati. Sono progressi, indubbiamente.
Per non parlare dell’organizzazione degli spazi restanti... anche qui i geni della progettazione immobiliare si sono sbizzarriti nella ricerca delle soluzioni peggiori dal punto di vista del comfort offerto dall’appartamento. Il parquet è dappertutto, sia in soggiorno, sia nelle camere da letto, non manca mai, va bene, ma il ripostiglio è considerato dalla maggioranza dei progettisti inutile, quindi, semplicemente non c’è. Chiaro, perché la roba in più la metti sotto il letto, no? A questo servono i letti, meglio se soppalcati, giusto? Assolutamente vietato il futon, ovviamente, a meno di non rassegnarsi a gettare la roba per terra e ammucchiarla negli angoli. Razionalissimo, certo.
Parliamo delle restanti stanze, delle camere singole, delle matrimoniali e delle cucine (quando ci sono). La disposizione delle finestre, delle porte e delle porte-finestra è così errata che spesso nelle cucine non è possibile mettere un tavolo normale, altrimenti ne ostacolerebbe l’apertura. Idem dicasi per armadi capienti e cassettiere nelle camere da letto. Spesso di fronte al letto non c’è lo spazio per mettere nulla e lateralmente non si possono mettere mobili di fronte alla finestra, sull’altro lato c’è la porta che deve potersi aprire... risultato, resta una sola parete, da dividere tra armadio (piccolo) e cassettone (se avanza spazio). Per non parlare delle stanze singole, dove l’unico modo per avere un armadio è incassare il letto singolo in un armadio a ponte... per restare con una stanza in tutto simile ad una cuccetta ferroviaria.

Hanno voglia tutti, in tv, nelle riviste, nelle conferenze per addetti ai lavori, a riempirsi la bocca di bioedilizia, di ergonomia, degli innumerevoli comforts offerti dagli immobili residenziali contemporanei. Prima di parlare, vadano a farsi un giro nelle case di nuova costruzione che i mediatori immobiliari propongono ordinariamente a noi comuni mortali.
E pure a carissimo prezzo, per giunta.

, , , , .

12 ottobre 2006

Per chi io valgo?

Spinto dalla curiosità di vedere se il servizio di valutazione economica dei blog di Technorati, dopo l'inserimento di un link ad un mio post nella home di libero e, poco dopo, in alcuni blog con un certo seguito, ha registrato delle variazioni, mi sono detto: rifacciamo il giochino, chissà che è successo. Il responso è stato sconvolgente...


My blog is worth $3,387.24.
How much is your blog worth?


Ma qualcosa non mi torna. Ok, può lusingare raggiungere un risultato del genere, ma la piccola soddisfazione è presto cancellata se mi pongo un semplice interrogativo...

Chi cavolo potrebbe mai voler comprare questo blog e a quale scopo?

, , , .

02 ottobre 2006

Young again

Matrimonio di una coppia di amici il 24 settembre scorso, un'occasione per incontrare molte persone che non vedo da tanto tempo, disperse qua e là per l'orbe terracqueo. È entusiasmante poterli rivedere tutti insieme per un evento felice.
Dopo la bella cerimonia ci spostiamo altrove per il ricevimento ed il pranzo. Location adeguata, megavilla nel vicentino con giardino e parco immensi.
Si comincia con un buffet, veramente buono e ricchissimo, poi si prosegue con un pranzo interminabile. Roba da turnarsi al bagno a vomitare per fare posto ad altro cibo. Anche il livello alcolico si mantiene altino, complici i vari vini pregiati che si alternano sulla nostra tavola. Si giunge così fino alle sette circa, quando finisce il pranzo e la parola magica diventa “open bar”. Abbiamo già bevuto di tutto, fra fase aperitivi e pranzo, ma è qui che si inizia a giocare pesante. Vari bicchieri di whisky, rigorosamente Irish, del whisky cola (che mi faccio quando mi accorgo che le mie condizioni psicofisiche degenerano rapidamente) un paio di Becks in bottiglia, tre lattine di birra di cui non ricordo il nome... e sono pronto per lo show. Anche i miei amici non si sono fatti pregare per sderenarsi con l’alcol, è già un po’ che si balla e buona parte degli invitati è andata o sul punto di andarsene. Ormai è giunto il momento in cui restano in pochi ma buoni, padroni della scena. Occupiamo la pista, coadiuvati dal deejay, preventivamente istruito (e successivamente tormentato) per darci quanto vogliamo. Alcuni elementi della scaletta: Pearl Jam, Bruce Springsteeen, The Prodigy, Red Hot Chili Peppers, Rage Against The Machine, Dee-Lite, The Who, Led Zeppelin, Madness, Meganoidi e altro ska vario...
All’ascolto delle prime note di One Step Beyond mollo le persone con cui sto parlando e mi scaravento in pista, trovandovi a ballare il Mozambo, già scamiciato, con gli occhiali da sole (!) devastato al punto giusto e coadiuvato da Zanna Bianca, il Bruxellese, The Polish Hoe, il Parigino e lo sposo stesso: siamo in tanti a scaraventarci l’uno contro l’altro, in preda allo sconvolgimento alcolico. Alcune ragazze in abito lungo che ballano in pista da prima, vista la mala parata, si spostano ai bordi della pista per poi sparire definitivamente dopo un paio di pezzi.
Passati i Subsonica e qualche pezzo interlocutorio, durante il quale si continua a cazzeggiare sulla pista consumando altre bevande, è la volta dei Prodigy: lo sposo apre la camicia e balla a torso nudo (cravatta ancora annodata al collo, però) e arremba un tavolino in mezzo alla pista, montandovi in equilibrio precario per poi saltare giù tipo Pete Townshend degli Who; Zanna, pure lui con gli occhiali da sole, ha perso una delle lenti e sembra una versione folle e alcolizzata di Capitan Harlock; il Mozambo irrompe scaraventando un paio di sedie in vimini in pista e poi di nuovo sull’erba, poco prima che si sloghi la caviglia. Non rinuncia solo per questo a cazzeggiare in pista, mentre gli si versa birra gelata sull’articolazione, quasi fosse un unguento lenitivo.
La situazione rapidamente degenera. (come, direte, più di così? Sì.). Dato che il livello alcolico è ormai giunto ben oltre i limiti, le scene sono tantissime.
Riporto alcuni flash (i ricordi a questo punto si fanno un po’ frammentari): ballo scatenato sul bel prato all’inglese, Zampa balla prima da solo in cima al pozzo mentre noi lo si prende a pallonate, poi andiamo in massa a ballare in cima alla gradinata/balcone posta all’ingresso della villa, mentre facciamo da bersaglio alle pallonate degli altri, qualcuno arriva e ci scaccia dicendo che rischiamo di danneggiare i vetri della villa; coreografie pazzesche in pista (quasi tutti ormai scalzi) su Give It Away dei Red Hot (pare che esista un video che documenta fedelmente quanto accaduto in questa fase); il deejay che prende il microfono in mano e si complimenta con lo sposo e gli invitati “perché è la prima volta che mi chiedono Paradise City ad un matrimonio”; salti e pogo bestiale su Bulls On Parade dei R.A.T.M... e via così.
La mia ragazza, che ha assistito attonita e divertita a tutto quanto è accaduto, ha in seguito detto che “sembrava di guardare un video musicale, hai presente, quelli un po’ demenziali...”.

Insomma, in qualche modo la macchina del tempo l’altra sera si è messa in funzione e, nonostante gli anni trascorsi, ha riportato ancora tutto com’era una decina d’anni fa.

Conclusione del racconto: torno a casa all’una, distrutto, sveglia alle sei del mattino come ogni giorno per andare in ufficio. Bruciori di stomaco, mal di testa e, appena mi alzo, un bel giramento di testa come le mattine di certe domeniche dei vecchi tempi. Punto la sveglia alle otto per telefonare in ufficio e avvertire che prendo un giorno di ferie e torno a dormire.
Per oggi il presente può aspettare.


, , , .