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Ultimi ascolti...

mauro paternò?!

25 luglio 2005

Oggi va così

Troppo stress, infinite scocciature al lavoro e poca voglia di andare a lavorare...
La mia ricetta?
Una balla alla collega per telefono di prima mattina per calmare le acque, seguita da una mattinata di relax a guardare alcune puntate di Scrubs e Futurama, coadiuvato da patatine fritte e beveraggi.
Più tardi, aperitivo in piazza con gli amici.
Lei impazzirà a fare anche il mio lavoro.
Vi faccio schifo?

...tutta invidia.

22 luglio 2005

Sandra e Raimondo

Avete presente quella collega, quella che vi sta sul cazzo, quella totalmente stupida?
C'è in tutti gli uffici di questo mondo.
Bene, ne ho una pure io.
Avete presente quando vi fornisce pareri non richiesti (e sempre negativi) sulla bellezza dei vostri capi d'abbigliamento, quando parla rumorosissimamente al telefono e magari ride pure per cinque minuti filati, ragliando come un asino?
Oppure quando vi chiede qualcosa senza dire "per favore" né "grazie", quando vi aggiorna, vostro malgrado, sugli acquisti di scarpe (passati o programmati nell'immediato futuro), con ricche digressioni su marche e modelli disponibili e richieste di pareri su questi interessantissimi acquisti (preferibilmente ciò avviene quando siete pieni di lavoro in scadenza), quando vi tempesta di domande sui vostri affari privati - che non avete la minima voglia di rivelarle?
Certo che lo avete presente, succede anche a voi.
La mia fa di tutto per essere il più maleducata possibile, senza che io abbia fatto nulla di particolare per offenderla. Il rapporto è ormai compromesso e ci odiamo vicendevolmente: lei mi odia dall'inizio e per principio, io la odio di riflesso e per forza di cose.
Abbiamo un menage simile a quello delle vecchie coppie sposate da parecchi lustri.
Lei cerca di stuzzicarmi con commenti salaci (per lei) su di me, con gemiti e sospiri improvvisi, rumori, soliloqui immotivati (sempre ad alta voce, come se si stesse rivolgendo a me), critiche più o meno velate, richieste fatte all'unico scopo di creare incomodo. Io la ignoro: dopo un po' lei si stanca e posso tornare alle mie occupazioni.

Funzioniamo un po' come la Mondaini e Vianello.

Sarebbe facile liquidarla come una stronza e passare oltre... io, invece, mi sono interrogato sul perché di tutto ciò.

Indagando sulla persona ho scoperto alcune cose su di lei, e cioè:

1. fra viaggio e orario di lavoro, trascorre a lavorare almeno 12-13 ore al giorno;
2. non ha alcuna relazione sentimentale con esseri dell'altro sesso, se si esclude il legame col fratello, un po' troppo morboso (il che è normale, data la mancanza di un uomo nella sua vita); lei dice per scelta - pare che tutti i maschi della provincia le corrano dietro, ma è lei che "non vuole accontentarsi" - secondo me nessuno le si avvicina, dato che ha seri problemi relazionali;
3. di sera non esce mai, il che vuol dire che appena torna dal lavoro mangia, si mette in pigiama, guarda un po' di tv e poi va a letto. La mattina dopo si sveglia per tornare al lavoro;
4. non ha una grandissima vita sociale, per quanto si sforzi di ostentare grandi attività in tale ambito, le sole chiamate di svago le fa a colleghi di altri uffici... non ha molti conoscenti al di fuori dell'ambito lavorativo.

In un tale contesto è chiaro che cresca la rabbia per tale sorte e l'odio per chiunque passi la giornata con te, che abbia una parvenza di una vita normale.

Ora capisco che sono stato un bastardo ad odiarla. Non avevo capito di quanto fosse bisognosa di aiuto. Che vergogna.

Dovrei portarla fuori a cena, invece, uscirci insieme, cercare di aiutarla.

...magari un'altra volta, eh?

14 luglio 2005

It's a Wonderful Life

...dopotutto, delle volte arrivo a pensare che in effetti è proprio così.
Magari, dopo una settimana di merda, ti prendi quell'attimo per te e tutto improvvisamente cambia.
Almeno per un po'.

Ieri sera sono andato a vedere al Festival di Marcon un concerto di Giuliano Palma & The Bluebeaters. Ecco com'è andata.
Messa da parte l'angoscia dei giorni appena trascorsi, dimenticati per un momento gli affanni di domani (cioè oggi), esco dall'ufficio a razzo, mi fiondo a casa (1 ora di viaggio), non ceno, mi lavo al volo, mi cambio, riprendo la macchina e schizzo a Marcon (VE) - un'altra oretta di strada - ove tutto funziona come dovrebbe sempre funzionare.

Bella musica, nulla di trascendentale. Sano Ska, Rock Steady Beat, chiamatelo come volete, ma fa stare bene.
Tanto.
Ottime vibrazioni nell'aria, tanta gente che si diverte e sembra felice.

La cosa mi ha preso bene, così bene che mi sono fatto due ore di ballo ininterrotto.
Insieme alla persona che vorrei avere al mio fianco in ogni momento.
Chi stava meglio di me?

Certo, oggi è un'altra storia: sono praticamente a pezzi, faccio fatica a connettere, ci metto il doppio del tempo a fare le cose e ho un leggero mal di testa, ma che importa? Serate come quelle di ieri aiutano a vivere meglio giornate piene di lavoro come queste.
Se non ci fossi andato magari oggi sarei stato più riposato, certamente... ma non sarei così saldo, così imperturbabile di fronte alle immancabili contrarietà quotidiane.
Merito di Giuliano Palma, Bunna e tutti gli altri.

Keep on running, boys...

06 luglio 2005

Jay Kay is Dynamite

Costui è un grande. L'ho sempre saputo, in fondo.
Poco importa che sia fondamentalmente un cazzone, uno che pensa solo a comprarsi un'auto sportiva dopo l'altra (che sia Ferrari o Lamborghini poco importa, tanto finisce sempre per farsi ritirare la patente) e a farsi megamodelle.
Probabilmente è proprio questo il suo segreto.
Se avesse dei problemi veri (a parte i multozzi che periodicamente prende e la sbandata per la figa di turno) non riuscirebbe a fare quei pezzi meravigliosi che ti svuotano la testa da ogni pensiero, ti rilassano e ti obbligano a canticchiare con lui.
Provate a sentire l'ultimo disco, Dynamite, in macchina, come sto facendo io da una decina di giorni: anche se avete una Uno del 1987, dopo un paio di minuti vi sentirete a bordo di una Ferrari (col tettuccio abbassato, ovviamente).
Garantito.

05 luglio 2005

Niente capricci

Da quello che vedo negli omosessuali che conosco, sono effettivamente un po' capricciosi.
Non resistono di fronte ad un bel paio di scarpe, ad esempio, o magari quando vedono quella certa maglietta che sottolinea il muscolo devono per forza acquistarla. In questo non ci sono differenze con gli etero.
Io ho speso oltre 20€ per questa, non posso quindi puntare il dito sui capricci altrui.
Però sposarsi, via... lasciamo stare.
Basta coi capricci di questi soggetti che vanno contro natura: non vogliono mica sposarsi per avere uno straccio di riconoscimento della propria unione dallo Stato, anche ai fini patrimoniali e successori, o per ottenere l'adozione (in Italia, i single non possono adottare bambini), no no.
Gli omosessuali vogliono sposarsi per un mero "capriccio". Parola di Marcello Pera.
Un laico, s'intende, un libero pensatore, ha insegnato Filosofia Teoretica e Filosofia della Scienza, che diamine.
Io mi sforzerei pure di ascoltare uno che, di fronte alla conquista del matrimonio per gli omosessuali in Spagna, si reca là per un seminario sugli studi sociali e dice, in presenza dell'ex premier Aznar, che "una cosa è chiara: è falso che si tratti di conquiste civili o di misure contro le discriminazioni o di estensione dell'uguaglianza; si tratta piuttosto del trionfo di quel laicismo che pretende di trasformare i desideri, e talvolta anche i capricci, in diritti umani".
Pera si inventa pure un'immaginifica distinzione tra "laici non credenti" ma cristiani
(lui) e "laici laicisti" (?!) non credenti e manco cristiani (saremmo noi).
Pensate sia uno scherzo?
Ipse dixit: "Noi, compresi noi laici non credenti, esclusi naturalmente i laicisti, siamo cristiani. Siamo cristiani per i valori che professiamo e i principi in cui crediamo. Siamo cristiani anche quando proclamiamo la separazione tra Stato e Chiesa e fra politica e religione. [quindi tale separazione non è possibile, per lui] Siamo cristiani o, più precisamente, siamo giudaico-cristiani per storia anche quando non lo siamo per fede".
Quindi secondo Pera, in uno stato laico che si rispetti si deve fare sempre quello che dice la Chiesa.
Sono un po' perplesso.
Ho provato a convincermi dell'oggettività di quest'uomo.
Ma come si può credere nell'indipendenza di giudizio in materia di uno che ha scritto questo?

01 luglio 2005

Gianni come Tyler

Pazzesco: un artista italiano residente in territorio elvetico, tale Gianni Motti, ha realizzato una saponetta con il grasso prelevato dal corpo di Silvio Berlusconi e ne ha fatto un'opera d'arte dall'ironico titolo Mani pulite. Come ha fatto? Tutto si può fare, soprattutto se si ha un complice che lavora alla clinica svizzera Ars Medica di Gravesano. Poco più di un anno fa il mai troppo glorificato deus ex machina delle italiche sorti vi si era recato per farsi dare una mano di bianco generale e una stiratina al volto, che portava gli evidenti segni della corruzione (quella operata dal tempo, s'intende).
L'idea, tuttavia, sembra un po' vecchia, Chuck Pahlaniuk aveva già fatto fare la stessa cosa a Tyler Durden nel suo romanzo più famoso. A proposito, se non ce l'avete prendetevelo, merita.

Per la cronaca, un collezionista elvetico si è aggiudicato la saponetta per la modica cifra di 15.000 €.
Il premier potrebbe prendere spunto dall'accaduto, vendendo pezzi del proprio corpo alle fiere d'arte di tutto il mondo.
Così si apporterebbero grandi benefici alle dissestate finanze statali, e per una sorta di contrappasso, proprio mediante l'eliminazione del responsabile di tale dissesto!