Largo ai giovani
Guardando le ultime notizie, ci si rende conto che la nostra classe politica è sempre più spesso in ospedale. Ultimamente c’è stata un’ecatombe politica sul fronte salute. Berlusconi qualche giorno fa si è accasciato di fronte ai suoi e dopo pochi giorni è volato in America a farsi mettere un bypass (stranamente non si fida dei progressi compiuti dal Servizio Sanitario Nazionale dopo 5 anni di suo governo e si fa operare all’estero, lui che può). Ma i guai sul fronte della salute, a causa dell’età avanzata della nostra classe politica, sono, come va di moda dire oggi, assolutamente bipartisan o, come si diceva qualche tempo fa, trasversali. Infatti, è di oggi la notizia che Giuliano Amato, responsabile del Viminale, si è sottoposto ad un intervento di angioplastica coronarica, mentre sul fronte bertinottiano si registra l’asportazione della prostata. L'ex operaio adesso è operato. Si sospetta che anche Fini si sia sottoposto a qualche tipo di accertamento medico, ma lui si è affrettato immediatamente a smentire e a querelare per "diffamazione" (sic!).
Le disavventure testé riportate evidenziano inevitabilmente un dato sconfortante: l’Italia è sempre più una gerontocrazia, una nazione in mano a gente in età sempre più avanzata, da un lato soggetta ai problemi tipici della vecchiaia – infatti alcuni danno inequivocabili segnali di problemi neurologici – dall’altro poco sensibile ai problemi delle nuove generazioni. Ovvio che tendano a tagliare le pensioni: loro ci sono già! Anzi, non è esatto: loro non sono ancora andati in pensione e non ci andranno mai, fino alla fine dei loro giorni resteranno bene assestati sulle posizioni di potere a godere dei privilegi di chi comanda, parassitando sui giovani.
Sembrano esagerazioni? Vogliamo parlare della crescente precarizzazione del lavoro? È naturale che i politici se ne freghino del lavoro temporaneo e lascino sempre più mano libera ai datori di lavoro: tanto, si tratta di un problema dei soli giovani, i vecchi sono sempre saldi al comando, mentre i più giovani annaspano sottopagati, costretti a farsi il mazzo per la concessione dell’agognata conferma, li rinnovo del contratto di lavoro per un altro anno, o per altri sei mesi, e via prorogando, rosicchiando brevi rinvii a garanzia della propria sussistenza... E la tendenza a sfruttare il lavoro precario non è più appannaggio delle sole aziende, anche la Pubblica Amministrazione non mette più a concorso posizioni a tempo indeterminato, ma soltanto quelle a tempo determinato. Anche i contratti di formazione e lavoro, a tempo determinato ma finalizzati alla stabilizzazione del rapporto di lavoro, sono prorogati di anno in anno con provvedimenti legislativi, dato che la Pubblica Amministrazione tende a rinviarne la conversione il più possibile. Esempio: l’ultima finanziaria, all’articolo 1, comma 528 (solo?), prevede che, in attesa delle procedure di conversione dei contratti di formazione e lavoro già prorogati al 31/12/2006 e di quelli in essere alla data del 31/09/2006, i contratti medesimi siano prorogati al 31/12/2007. Per inciso, il contratto di formazione e lavoro dovrebbe durare al massimo due anni, ma conosco gente il cui contratto di formazione era già stato prorogato l’anno passato, e che adesso è già alla seconda proroga, disposta con la finanziaria il 21/12/2006, a soli 10 giorni dalla scadenza della proroga precedente. È bello lavorare così, con delle salde certezze sul proprio futuro... Tanto ai vecchi babbioni che ci comandano non frega nulla, non è mica un problema loro.
Ma non dobbiamo disperare, all’attuale generazione che si trova intorno alla trentina non serve altro che aspettare, tenendo duro in condizioni precarie, fino alla terza età. Solo allora giungeremo nelle stanze dei bottoni, ai posti di comando, un battaglione di vecchi con l’Alzheimer, cateterizzati o con pannoloni per incontinenti, in sedie a rotelle o minuti di flebo, tutti accomunati dagli onnipresenti acciacchi e dalla fame, a lungo insoddisfatta, di potere. Allora prenderemo le redini e saremo incattiviti e senza pietà.
Nei confronti dei giovani, ovviamente.
Politica, Attualità, Lavoro.
3 commenti:
Mauro cumpa' hai proprio ragione, io aggiungo anche nelle professione, esiste una chiusura di fronte al cambiamento. leggi sempre a favore dei nonni che prevedono lunghi tirocini, codici deontologici vari, norme tutte volte a tutelare lo "status quo", ed ingessare il mercato professionale.
Bloccando i talenti, impedendo che essi possano emergere subito.
Nel mio campo ad esempio è ancora peggio, perchè mentre mi sono fatto il mazzo per a laurearmi, la classe politica di merda regala la laurea ai ragionieri nonni, valuta tutte le materie ai ragionieri commercialisti giovani(si tratta nella maggior parte dei casi, coloro i quali non sono riusciti a laurearsi con il vecchio sistema)
Come si dice 'chiù lauree pi tutti'
Purtroppo i politici italiani fanno di tutto perchè i giovani non diventino dei protagonisti della politica. Faccio parte di un gruppo giovanile che crede nella politica come strumento per cambiare il mondo, e ogni giorno che passa vedo solo il menefreghismo dei politici veterani.
Ciao,
siamo del comitato elettorale Luigi Nicolais.
Sul suo blog è uscito un nuovo post dal titolo “politica delle reti”.
È importante per noi un vostro commento per condividere idee e sviluppare progetti nuovi.
Continueremo a seguirvi.
Ciao!
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