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mauro paternò?!

04 ottobre 2005

Volemose bbene

Stamattina sono ad una riunione con dei dirigenti di alcune società esercenti un servizio.
Bisogna fare dei chiarimenti sulle responsabilità per alcuni disservizi, da dividere tra i soggetti appaltatori.
In poche parole, ci sono quasi 500 report sul tavolo da esaminare, e questo per quel che riguarda un solo tipo di carenza nel servizio.
La situazione deve essere verificata con l'ausilio di un dirigente di un terzo ente che ha effettuato il monitoraggio del servizio reso dagli altri due (appaltatori) per conto dell'Ente che ha commissionato il servizio stesso, cioè l'appaltante.
Il nostro anfitrione di questa mattina, l'Ing. XXX, è uno dei capoccia dell'ente di monitoraggio.
Un tipo curioso, l'Ing. XXX: romano, elegante, abbronzato, sulla quarantina, tutti i capelli al proprio posto, parlantina fluente e simpatico.
Al vedere le pratiche sul tavolo in radica da venti miliardi, esclama: “Ommadonna, ma che, se le dovemo guardà ttutte? Ma nun è che se po' evità? No, voi state a scherzà...”.
Non mi spiego la sua ritrosia di fronte a ciò che dovrebbe essere frutto del suo lavoro.
Poi l'arcano si svela: non ha nemmeno idea di come siano state predisposte, sistematizzate e catalogate le schede di rilevazione. Non se ne è occupato lui, ma qualcun'altro.
- “Quello che è annato in pensione, l'Ing. YYY, che, poi, nun è cche se ne è annato proprio senza traumi, eh! Nun s'è chiuso proprio bene er rapporto collazzienda. L'artro che aveva lavorado collui è morto tre mesi fa, ggiuro! Nun è corpa mia! Nun ciò nnessuno che me sa ricostruire 'sto lavoro!”.
- “Ma il lavoro di base, chi lo ha fatto? Ci sarà pure qualcuno che ha fatto il lavoro...”.
- “Eh, 'mbè, 'o sapete come vanno 'ste cose, erano tutti cor contratto a termine, sicché nun so proprio come raccapezzamme!”.
- “Senti, XXX, siamo amici da un pezzo, però è un problema tuo, si tratta del lavoro della tua società.”
- “Ciò 'o so, ma sette devo dì lla veridà, nun ne ho guardata nemmeno una.”
- [alterato] “Ma non può essere che abbiamo organizzato questa riunione per niente!”
- [con voce suadente] “...Ascorta, semo tutti troppo tesi, 'o dicono pure gli arabbi che se discute mejo se sse magna quarcosa. Cheddici se ordinamo quarcosa dar bar quassotto?”
- ...
- “Nun dimme de no, un caffè serve a tirasse su, poi se discute mejo colla testa lucida.
[visto il rifiuto del committente cerca l'appoggio dei presenti]
"Armeno voi prendete quarcosa. Voi chevvolete?”
- “Caffè.” - “Caffè.” - “Caffè.”
- “Beh, nun è che cianno solo quello, ar bar. Ahahahah...” [strappa qualche risolino sparso]
- ...

Arrivano i caffè e si riprende a discutere.

- “No, dai, quello che mi state acchiede è un lavoro improbbo, improbbo, nun sta' a dimmelo, dai!”
- ...
- “Nun è che poi farlo controllà te da arcuni dei tuoi?”
- [irritato] “Guarda che è un problema tuo, perché il lavoro è tuo, è per questo che vi paghiamo.”
- “No, perché, veramente, ciollaggennda piena de 'mpegni e nun so come cavamme dai pasticci, oggi!”
- ...
- “Nun è che ppotemo scrive ner verbale che le abbiamo controllate e verifigate senza farlo davvero? Poi ar tuo capo je famo una relazzione che ddice che è tutto apposto.”

!!!

Insomma, uno spettacolo. Dalle nove e mezzo del mattino fino a mezzogiorno e mezzo va avanti così: ad un certo punto si tenta di fare un esame al momento dei singoli report, ma costui inizia a contestare tutto, anche la veridicità del loro contenuto (ricordo che è la sua azienda ad aver prodotto quel monitoraggio).
Un sacco di tempo lo passa a fare battute e a buttare tutto in vacca: alcune perle le ho dimenticate... avrei voluto segnarmele, ma non avevo la possibilità di farlo senza farmi beccare.
Ridere, ci ha fatto ridere di certo, in più di un'occasione.

Alla fine si rinuncia all'esame... niente da fare. Solo una microscopica parte del lavoro è stata svolta e si rinvia il resto ad un successivo incontro. Se ne vanno tutti scornati...

Ma io sono felice: non solo ho passato una mattina fuori dall'ufficio (un piacere senza prezzo) ma, soprattutto, ho visto all'opera un maestro del temporeggiamento, un artista dell'aggiramento, un campione della captatio benevolentiae... Per farla breve: un vero cialtrone di successo.

Parafrasando Pennac, una cosa è certa: costui ha capito qualcosa che noi non capiremo mai.

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