Azienda un cavolo
"Azienda Italia"...
Caparezza era efficacissimo nel descrivere la follia indotta dal forzismo, quando parlava di "politici che giocano agli attori, ragazzi che per lavoro c'hanno i genitori... sono diventati tutti pazzi, li han convinti che saranno tutti imprenditori". Verissimo. Fino a qualche tempo fa, tutti a riempirsi la bocca di trend, core business, customer satisfaction, front office, segmenti di mercato, team di lavoro... anche se impiegati presso la Pubblica Amministrazione.
Tuttavia la sbornia filoaziendale, catodicamente indotta dal sommo bis-luscus, dovrebbe essere ormai passata: basterebbe solo rivolgere il pensiero alla disastrosa situazione economica nazionale per comprendere che le promesse dei cosiddetti liberisti non sono state mantenute e che le loro ricette alla Dulcamara, basate su libero mercato globale e totale stop al controllo statale sulle attività degli attori del mercato, erano vuoti proclami per avere mano libera nei propri affari privati.
Allora perché si continua ad utilizzare il gergo vuoto e inesatto dei satrapi aziendali filogovernativi?
Che ha a che vedere un'azienda, istituzione privata in cui si persegue il solo scopo del profitto economico, con lo Stato, la più alta delle istituzioni, quella che ci comprende tutti e che ha il fine ben diverso di tutelare il benessere dei propri cittadini, garantendo la soddisfazione di un certo numero di diritti ed interessi fondamentali degli stessi?
Davvero profondo deve essere stato il lavaggio del cervello subito, se anche chi scrive su la Repubblica, ieri in prima pagina parlava dei guai economici dell'azienda Italia.
Sarebbe meglio evitare simili accostamenti, in quanto stupidi e fuorvianti.
Non si può continuare a mescolare la merda con la cioccolata.