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Ultimi ascolti...

mauro paternò?!

30 giugno 2005

Azienda un cavolo

"Azienda Italia"...
Caparezza era efficacissimo nel descrivere la follia indotta dal forzismo, quando parlava di "politici che giocano agli attori, ragazzi che per lavoro c'hanno i genitori... sono diventati tutti pazzi, li han convinti che saranno tutti imprenditori". Verissimo. Fino a qualche tempo fa, tutti a riempirsi la bocca di trend, core business, customer satisfaction, front office, segmenti di mercato, team di lavoro... anche se impiegati presso la Pubblica Amministrazione.
Tuttavia la sbornia filoaziendale, catodicamente indotta dal sommo bis-luscus, dovrebbe essere ormai passata: basterebbe solo rivolgere il pensiero alla disastrosa situazione economica nazionale per comprendere che le promesse dei cosiddetti liberisti non sono state mantenute e che le loro ricette alla Dulcamara, basate su libero mercato globale e totale stop al controllo statale sulle attività degli attori del mercato, erano vuoti proclami per avere mano libera nei propri affari privati.
Allora perché si continua ad utilizzare il gergo vuoto e inesatto dei satrapi aziendali filogovernativi?
Che ha a che vedere un'azienda, istituzione privata in cui si persegue il solo scopo del profitto economico, con lo Stato, la più alta delle istituzioni, quella che ci comprende tutti e che ha il fine ben diverso di tutelare il benessere dei propri cittadini, garantendo la soddisfazione di un certo numero di diritti ed interessi fondamentali degli stessi?
Davvero profondo deve essere stato il lavaggio del cervello subito, se anche chi scrive su la Repubblica, ieri in prima pagina parlava dei guai economici dell'azienda Italia.
Sarebbe meglio evitare simili accostamenti, in quanto stupidi e fuorvianti.
Non si può continuare a mescolare la merda con la cioccolata.

29 giugno 2005

Strani giorni

Ieri il Senato ha approvato la riforma dell'Ordinamento Giudiziario, infischiandosene di molti dei rilievi di incostituzionalità sollevati dal Presidente della Repubblica Ciampi in sede di rinvio del progetto di legge alle Camere.
La riforma è sostanzialmente una vendetta
contro la magistratura del premier - preferiamo chiamarlo così, con la parola che lui stesso si è attribuito, anche perché un vero Presidente del Consiglio sarebbe ben diverso da lui.
In più, lo stesso relatore del provvedimento legislativo, il parlamentare di A.N. Luigi Bobbio, ha ammesso candidamente che alcune norme sull'avanzamento di carriera sono state scritte appositamente per impedire al Procuratore Generale di Torino, Giancarlo Caselli, di assumere la guida della Procura Antimafia.

Questi i tempi, questo il governo, questo il legislatore.

Speriamo nella Camera, cui il progetto di legge è stato inviato per il nuovo esame, ma il massimo sarebbe un nuovo diniego della firma da parte di Ciampi. L'eventualità costituzionalmente non è prevista. Però starebbe bene a Castelli, se fosse lui, per una volta, a sollevare conflitto di attribuzione per la negata sottoscrizione di Ciampi, se si pensa ai ripetuti dinieghi della firma da parte del ministro leghista, relativamente alla concessione della grazia ad Adriano Sofri.
Nel frattempo, da qualche tempo Banca Mediolanum (si sottolinea, banca virtuale in quanto priva di sportelli, ma l'aggettivo le calza a meraviglia) ha concluso un accordo con Poste Italiane per permettere l'utilizzazione da parte dei clienti Mediolanum dei 14.000 sportelli delle Poste Italiane per effettuare le operazioni di prelievo e versamento di contanti. Da 0 a 14.000 sportelli, non male.
Chissà a chi appartiene la Mediolanum.

Si stanno prendendo tutto, senza eccezioni.

Non stupisce quindi più di tanto che ieri, sull'onda del più becero revisionismo (quello della classe al potere, che vorrebbe riscrivere la storia a proprio piacimento, così come è abituata a riscrivere le norme penali a proprio uso e consumo) il Comune di Milano abbia posto in Piazza Duomo n. 19 una targa per celebrare Bettino Craxi... proprio nel luogo in cui abitualmente Larini portava le tangenti (era l'indirizzo del suo studio e quartiere generale).
Sono proprio strani giorni.
Finiranno, prima o poi?

E soprattutto, quanto tempo ci vorrà per rimettere le cose a posto, dopo?

Ammesso che ci sia, un dopo.

27 giugno 2005

Io sono il mio DJ

Sabato sera, a quasi 32 anni suonati, ho messo dischi ad una festa per la prima volta nella mia vita.
Cioè, non erano propriamente dei dischi (si trattava di mp3 tirati fuori da un laptop con iTunes, niente di trascendentale... qualcosa come mettere dischi ad una festa delle medie, solo con strumenti più tecnologici di un giradischi - e un impianto da 200W per canale).
In verità, non era nemmeno propriamente una festa, bensì un ricevimento di matrimonio... ma sono ugualmente sconvolto.
Mi sono reso pienamente conto della mia monomania: ho finito per mettere musica per quattro ore filate senza mai staccarmi dal portatile, tranne che per qualche pausa pipì e (tante) pause birra: ed è stato bellissimo.
Voglio dire, è fantastico mettere su un pezzo e vedere le reazioni della gente, a volte prevedibili (Subsonica e Fatboyslim restano gli
evergreen riempipista), a volte no.
Ed è bello, dopo i primi pezzi tiratissimi e scontati, messi per ingraziarsi gli astanti, giocarsi qualche timida scommessa con i primi brani non proprio prevedibili, e dal gusto non esattamente sputtanato e mettersi ad osservare la risposta del pubblico... a volte le persone presenti partecipavano positivamente e continuavano a ballare, sia pure sull'onda emozionale dei pezzi precedenti (quelli più
ruffiani); a volte si fermavano a parlottare e bevicchiare in attesa di qualcosa di meglio, come faccio io un sacco di volte, quando sono dall'altra parte. Allora dovevo affrettarmi a trovare rapidamente un'alternativa, un brano che non sconfessasse il precedente ma che riuscisse a tenere alto l'interesse di tutti. Tutto questo per quattro ore, senza mai scocciarmi, dialogando con i presenti, io con la musica e loro con la risposta del corpo, alla ricerca costante del loro - e del mio - divertimento.
Cercare di non mandare a quel paese chi viene a fare richieste improbabili (tipo di mettere il terzo pezzo di fila dello stesso artista), passare da un genere all'altro cercando di mantenere un filo logico, buttare in playlist tutte le cose che mi piacciono di più, farmi la playlist della
mia serata ideale in disco, insomma...
...ammetto di essermi divertito un mondo.
E ho un po' invidiato chi fa il DJ nella vita.

Unico neo:
non ho ballato nemmeno un minuto.

Prove tecniche di trasmissione

Primo tentativo di bloggare, fatto di straforo in ufficio (of course: e chi cavolo scriverebbe i propri pensieri sperando che a qualcuno freghi qualcosa, se non un tizio troppo stressato dal lavoro?).
Curiosamente, la fuga dal troppo lavoro al pc è perpetrata tramite lo stesso strumento... di lavoro.
Alienante.