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mauro paternò?!

04 novembre 2009

Ci voleva l'Europa

C'era proprio bisogno di scomodare la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo per affermare un principio sacrosanto, cioè che in uno stato laico e aconfessionale la scuola pubblica non può ostendere nelle aule simboli religiosi?
Purtroppo sì, visto che in Italia né il TAR Veneto, né il Consiglio di Stato, né la Corte Costituzionale (la Corte Costituzionale, cazzo!) avevano trovato il buon senso (o il coraggio, in uno stato dove l'influenza della Chiesa è diuturna) di affermare questo semplice principio.
La vera notizia è questa, che l'Italia nel 2009 non è ancora uno Stato laico - con buona pace dei principi stabiliti dalla Costituzione - e che i politici tutti, da destra a sinistra, non riescono a liberarsi dall'influenza del clero, per timore di perderne l'appoggio.
Dalle destre ci si poteva ragionevolmente aspettare il solito clamore, i toni accesi, l'ostentata indignazione... tutto ampiamente previsto dal solito, vetusto copione.

Ma Bersani, che delusione. Nemmeno ha iniziato a fare il segretario del PD e già si genuflette agli interessi del Vaticano, con attitudine cerchiobottista evidente. Da La Stampa di oggi: "
Penso che su questioni delicate come questa - ha osservato - qualche volta il buonsenso finisce per essere vittima del diritto. Un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno".

No, è il buon senso di Bersani in questo caso a cadere vittima di considerazioni utilitaristiche ad evidenti fini elettorali.
I giudici europei hanno affermato che il crocefisso ha molti significati, ma quello religioso è quello predominante. Quindi, la sua presenza nelle aule scolastiche evidentemente assume un significato religioso e ciò farà ritenere agli studenti di essere educati in un ambiente scolastico marcato dalla religione cattolica. E se non appartengono ad alcun credo religioso o ad altro credo diverso da quello cattolico, forse non si sentiranno rispettati dall'istituzione scolastica pubblica. Così difficile arrivarci, per i nostri politici e per i giudici italiani?

Ma in Italia, si sa, non si toccano mamme né madonne.

Il rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione, oltre che del buon senso, comporta che "
lo Stato è tenuto a conformarsi alla neutralità confessionale nell’ambito dell’educazione pubblica perchè studenti di tutte le religioni o atei sono obbligati a seguire le lezioni e lo scopo della scuola è di accrescere la capacità degli alunni a pensare criticamente" (così i giudici).

O, se proprio vogliono lasciarlo nelle scuole, che ci sia una targa ben evidente sotto, a caratteri cubitali, che reciti qualcosa di simile a questo:

"
La presenza di questo crocefisso non vuole sottintendere alcuna influenza della Chiesa cattolica nello Stato italiano, che è e resta laico.
Ogni cittadino è libero di scegliere la propria confessione o di non professarne nessuna e non deve essere discriminato in base alla propria scelta.
Tale simbolo religioso è qui presente, quindi, non in senso religioso, ma per un mero omaggio alle non meglio identificate "radici cristiane" tanto care alla retorica clericarda delle forze politiche italiane.
"

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