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Ultimi ascolti...

mauro paternò?!

24 febbraio 2010

Il Messia è sempre assolto

Da qualche giorno, causa frane e smottamenti vari, chi aveva fatto finta di dimettersi, rinunciando al proprio incarico, ha preso l'occasione al volo e si fa vedere sempre sul luogo del disastro. Giubbino blu della Protezione Civile, a volte il caschetto che fa tanto capocantiere, compare generalmente al capezzale di signore disperate, in lacrime, che gli raccontano di aver perso la casa, averi, tutto quanto. Egli le ascolta, con lo sguardo compassionevole, lo sguardo pensoso, già volto alla ricostruzione, che è il suo mestiere. Se a volte non rispetta la legge bisogna sorvolare, ché quelli come lui stanno al mondo solo per dare risposte immediate - all'emergenza, si intende, non agli imprenditori mezzani, per carità.

"Sono qui per questo", risponde con tono pacato, un po' confessore, un po' guaritore, uno sciamano con elmetto e cazzuola. E io che pensavo fosse giunto di corsa perché avevano aperto un nuovo centro sportivo con sala "massaggi", dei quali, a quanto pare, non riesce a fare a meno.
Comunque sia, l'ordine diramato alle televisioni dal Grande Comunicatore per proteggere l'immagine del suo pupillo deve essere lo stesso di sempre: bagni di folla adorante - per necessità e disperazione - che legittima il Messia. Il popolo, sempre il popolo a legittimare col suo favore ogni porcheria, a conferire la speciale patente di impunità, tanto ambita da chi ha la coscienza sporca. "È stato incastrato" è la litania scelta per fondare l'assoluzione popolare.
L'unica cosa che gli si sarà incastrata è la lampo dei pantaloni.

19 febbraio 2010

Le piccole differenze


Pulp Fiction, dialogo fra John Travolta e Samuel Jackson sulle piccole differenze che intercorrono tra Stati Uniti ed Europa: la citazione del titolo del post è presa da là.
Oggi a Roma verso l'una e un quarto mi avvicino alla scalinata della
metropolitana perché devo raggiungere una persona. Mi sono dimenticato dello sciopero del trasporto pubblico locale, però. Devo aspettare almeno tre quarti d'ora fino alla fine dello sciopero, ma poi non mi troverò più con i tempi. Appuntamento saltato. Faccio spallucce e chiamo la persona per annullare l'impegno... ci siamo abituati, che vuoi che sia... accettiamo questi contrattempi con fatalismo, come un male necessario. Anche perché se non scioperano, come fanno i lavoratori a farsi alzare lo stipendio in questa Italia del 2010?
Mi avvicinano tre ragazzi giapponesi, turisti, chiedendomi informazioni sul perché la metropolitana abbia i cancelli chiusi. Spiego che i trasporti locali oggi sono "on strike" e che quindi c'è da aspettare. Non capiscono. All'inizio diffido del mio inglese, poi della loro capacità di comprendonio, ma dopo un po' capisco: non conoscono il concetto di sciopero! Mi è venuto in mente che l'altro anno il ministro dei trasporti giapponese si è scusato perché per l'anno precedente tutti i treni di tutto il Giappone avevano realizzato un ritardo di tre minuti! Da noi, sarebbe l'eden.
Mi chiedono con quale frequenza ci siano gli scioperi qui da noi e quando io rispondo, emettono un verso tipo "TZOH!" che deve significare qualcosa tipo "seeee..." o "minchia!".
Su richiesta, spiego che succede in tutti i settori, per legittime rivendicazioni salariali, peraltro.

"TZOH!"

Spiego che, inoltre, da noi i treni sono sempre in ritardo e nessuno si è mai sognato di chiedere scusa per i disservizi.

"TZOH!"

Che c'entra col titolo? The little differences.
...appunto.

17 febbraio 2010

N4no profeta in patria



A quanto pare, la corsa dell'attuale ministro della funzione pubblica alla poltrona (pardon, carega) di sindaco di Venezia non è ben vista da tutti i veneziani, se si continuano a registrare segnali di dissenso riportati sui manifesti coi quali il nostro ha subissato la città. A quanto pare i veneziani, storicamente piuttosto esigenti coi propri primi cittadini, non hanno apprezzato che il nostro abbia dichiarato che, in caso di vittoria, non lascerebbe il ministero, esercitando contemporaneamente ambedue le funzioni.
Il concetto è questo, ma l'anonimo graffitaro della seconda foto lo ha espresso con ragguardevole ed efficace capacità di sintesi.
Vedere per credere.


09 febbraio 2010

Campagna elettorale a Venezia

C'è un personaggio che sta facendo di tutto per essere eletto sindaco di Venezia, non contento dei danni causati alla Funzione Pubblica in poco più di un anno.
Tuttavia, l'ometto non demorde e affitta una serie di spazi pubblicitari - tutti appartenenti alla medesima tipologia - occupandoli con la propria foto (una che non rende giustizia dell'orrore che solitamente si prova alla sua apparizione).

A prescindere dalle plurime operazioni di maquillage operate dai cittadini veneziani ai suddetti manifesti (epiteti ingiuriosi, aggiunta di trucco femminile o da burattino: basta guardare agli approdi dell'A.C.T.V.), una cosa è certa: mai collocazione fu più azzeccata.


(Per i meno svegli: trattasi del tipo di cestino per le immondizie utilizzato a Venezia)